2 settembre 2012

Di gelosia e tradimento ai tempi dei blog




Argomentone titanico e invero anche un po' obsoleto.
Sappiamo già come finì al gigantesco transatlantico nel 1915. In un certo senso è affascinante anche per questo. Sai che affonderà, lo sanno tutti, però è bello vederlo navigare sicuro, solenne, maestoso, inaffondabile. Salvo imprevisti, certo...

Ecco, in qualche modo il rimando è questo a un certo tipo di relazioni di cui ogni angolo della mia visuale è piena. Navigano sicure, solenni, maestose, più preoccupate delle porcellane che devono esibire alle domeniche coi suoceri, che delle credenze (una volta erano di legno stagionato, oggi dell'Ikea, ma vabbè) che dovrebbero contenerle.

Se discutere di gelosia e tradimento implicherebbe l'esistenza di un legame (tradisco chi? spezzo cosa?) oggi questo si fa davvero più complicato perchè già la definizione stessa di legame è complicata.
Si fa fatica a definire come legami, relazioni (sarebbe più corretto dire rapporti) che naufragano al primo angolo di realtà, costruite per compiacere il proprio e altrui narcisismo, per accontentare famiglie d'origine ansiose del primo nipote da esibire a loro volta, e via andare.

Eppure la stampa è piena di uomini che uccidono le donne, per gelosia si legge. E che fatica oggi per gli uomini sostenere il fallimento di una relazione conclusa non per mano loro. Una tale fatica, che uccidere la propria compagna è la via maestra per azzerare il proprio fallimento e ripartire serenamente da una cella, se mai ci finiranno.

Famiglie lasciate da sole davanti a temi dell'evoluzione (loro e della società) cui quasi nessuno può dirsi veramente pronto.
Ecco che la gelosia e il tradimento rimandano più ai temi della letteratura (Otello, Madame Bovary, Anna Karenina) quasi luoghi appartati di una mente romantica, da rileggere davanti al camino, magari quando tornerà l'inverno.

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